La prima misura di protezione indispensabile è una visita presso un medico di fiducia, per escludere patologie croniche o condizioni che potrebbero aggravarsi durante la missione. Le ONG abitualmente chiedono il certificato medico dell’ASL, ma questo potrebbe non essere sufficiente: è nell’interesse dell’operatore segnalare la propria situazione al medico, che certifica ogni condizione potenzialmente pericolosa.
Se si assumono farmaci, per qualsiasi patologia, è opportuno informarsi prima della partenza se questi farmaci sono facilmente reperibili nel paese di destinazione. Se non lo sono, è bene munirsi di una scorta sufficiente. Si consiglia di consegnare uno schema delle terapie in atto a una persona di fiducia, o direttamente sul luogo di lavoro, o in patria (e in tal caso il responsabile/paese deve essere a conoscenza delle informazioni di questa persona, per contattarla in caso di urgenza).
La somministrazione di un vaccino a scopo profilattico è fatta per creare uno stato immunitario nei confronti di una o più malattie, attivando le componenti del sistema immunitario a rispondere meglio ad uno specifico agente patogeno. La si fa “una tantum”.
Un obbligo di vaccinazione sussiste solo per la Febbre Gialla. Salvo rare eccezioni, tutti noi siamo stati già vaccinati per
– Poliomielite
– Tetano (ricordarsi il richiamo ogni 10 anni)
– Difterite
I più giovani sono vaccinati anche per
E’ bene prima di partire farsi dare un certificato di vaccinazione dall’ASL
Quando si viaggia in un qualsiasi paese a basse condizioni igienico sanitarie, è bene essere vaccinati contro l’epatite. I virus che causano epatiti sono sei, denominati con una lettera dell’alfabeto dalla A alla G. Solo per i virus “A” e “B” esistono vaccini di comprovata efficacia, mentre è in corso una sperimentazione per un vaccino contro l’epatite c.
Divenuta obbligatoria solo per i nati dopo il 1991, è fortemente consigliata per chiunque viaggi nel 3M.
E’ consigliabile farla subito: i livelli anticorpali protettivi si raggiungono nel 70% dei casi dopo la seconda dose, nel 95% dopo la terza dose. Lo schema più veloce possibile prevede la somministrazione del vaccino a 0, 30 gg, 60 gg, un anno.
Dopo la terza dose la protezione dura almeno 10 anni, forse tutta la vita.
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Meno grave della epatite B, ma più facilmente trasmissibile (trasmissione oro-fecale). E’ fortemente consigliata per chiunque viaggi nel 3M, specialmente se con pregresse malattie epatiche. Già una sola dose è protettiva; il tasso anticorpale si alza dopo 15 gg dall’iniezione. Con una seconda dose dopo 6 – 12 mesi, si ha copertura per 25 anni.
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Può essere consigliabile per chi soggiorna per oltre un mese in aree a bassi livelli igienico sanitari. La prevenzione maggiore sta nel rispetto delle norme igienico sanitarie: in nessun modo si deve pensare di poter ignorare le norme igieniche “perché tanto sono vaccinato”.
Esistono due vaccini:
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Esistono numerose altre vaccinazioni che potrebbero essere utili in casi particolari: aree geografiche a rischio, certe categorie di lavoratori, poussées epidemiche ecc. Si consiglia di conseguenza di consultare la scheda del paese in cui si lavorerà e vedere se esiste una particolare situazione epidemica che consiglia ulteriori vaccinazioni.
Qui trovate i documenti dell’Organizzazione Mondiale della Sanità relativi ad altre vaccinazioni :
La chemioprofillassi è il trattamento con farmaci specifici allo scopo di impedire in individui sani l’impianto di agenti patogeni o il loro sviluppo, o le manifestazioni morbose conseguenti. Va assunta in maniera continuativa per tutta la durata dell’esposizione.
Un cooperante può dover effettuare una prevenzione per mezzo di farmaci in diverse situazioni:
Si tratta di agenti patogeni come il virus dell’antrace, il virus HIV, Neisseria Meningitidis, Pastorella pestis, Corynebacterium diphtheriae, ecc.
Sono circostanze molto rare, da valutare di volta in volta rivolgendosi ad un medico. Non daremo qui nessuna indicazione perché sia per valutare l’opportunità di un trattamento, che per deciderne le modalità di esecuzione, è indispensabile un giudizio medico.
L’unica vera prevenzione è legata all’attenzione a che cosa si mangia e si beve.
Boil it, cook it, peel it, or forget it!
In casi estremamente particolari può essere indicata una chemioprevenzione:
• per chi è in trattamento anti ulcera (H2 antagonisti o inibitori pompa)
• per gli Immunodepressi
• per chi sa già di essere impossibilitato a rispettare le norme igieniche
In questi casi si utilizzano i Chinolonici (Ciprofloxacina, Levofloxacina, ecc). Bisogna però ricordare che questi farmaci proteggono non più di 1 paziente su 5, e che il trattamento andrebbe proseguito per tutta la durata della missione; di conseguenza, riteniamo che questa profilassi vada praticata solo in casi particolari dopo consulto medico.
Questo è l’unico caso in cui una chemioprofilassi è vivamente consigliata. Solo chi si reca in aree certamente indenni dall’infezione malarica (deserti, montagne sopra i 2.000 mt) può soprassedere alla prevenzione, tutti gli altri sono tenuti a farla.
L’incidenza di episodi acuti di malaria nel personale della Croce Rossa Internazionale (CICR) che lavora nell’Africa SubSahariana è di 3,81 casi ogni 1.000 persone/mese. Se consideriamo che un episodio grave di malaria può essere mortale, capiamo bene come sia importante pensare a misure di prevenzione già prima della partenza.
Prima di partire, è bene innanzi tutto valutare la situazione del paese di destinazione, guardando nell’elenco CDC e OMS. Si saprà così qual è il tipo di malaria più frequente nel paese in questione, se esistono resistenza ai farmaci, cicli stagionali o se alcune regioni del paese sono più a rischio di altre.
Acquisite queste informazioni, ci si attrezzerà per :
Forniamo qui di seguito gli schemi di profilassi più comunemente usati:
Qui un utile schema per aiutare a scegliere lo schema più adatto alla propria situazione. Attenzione: non c’è nessuna evidenza scientifica che autorizzi a fare la profilassi con farmaci omeopatici. Per saperne di più, clicca qui.
Come devono comportarsi quei cooperanti che fanno anni e anni in paesi tropicali? Non acquisiscono una immunità contro la malaria? Quando possono interrompere la profilassi?
Certamente contatti ripetuti col parassita stimolano una risposta immunitaria (che è alla base del vaccino contro la malaria, oggi non ancora in commercio ma in fase di sperimentazione). La velocità e l’intensità di questa risposta dipendono dall’Entomological Inoculation Rate (EIR), che è il numero di punture da zanzara infetta ricevute da una persona nel corso di un anno, che varia molto da paese a paese e secondo le stagioni. Chi ha una immunità anche parziale fa ancora episodi di paludismo, ma meno gravi, mai mortali. Non potendo sapere quando si diventa parzialmente immuni, è bene proseguire la profilassi anche per lunghi periodi, associando SEMPRE le misure di protezione contro le punture: reti per il letto con insetticida, repellenti, abiti che coprono. Chi assume clorochina > 2 anni, è bene che faccia una visita oftalmologica ogni 6-12 mesi, a causa del rischio di tossicità retinica legato a questo farmaco.
★ Farmaci per la profilassi malaria
★ Un secondo farmaco per il trattamento della malaria (≠ profilassi)
★ Trattamento acqua (o trattamento chimico, o filtro portatile)
★ Disinfettante per le mani a base di alcool
★ Antibiotico a largo spettro (es. Ciprofloxacin). Solo per casi di estrema necessità
★ Loperamide (farmaco per la diarrea, usare solo per estrema necessità)
★ Collirio
★ Antistaminico per punture insetti
★ Un antiinfiammatorio non steroideo (es. Brufen o Toradol)
★ Materiale per la medicazione delle ferite (garze, bende, cerotti)